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WhatsApp: inserire utenti in un gruppo senza permesso viola la privacy?

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​Inserire un qualsiai utente, senza avergli chiesto il permesso, in un gruppo WhatsApp costituisce una grave violazione della privacy per diffusione illecita di dati.

Questa è l'epoca della tecnologia con cui ormai  dobbiamo fare i conti tutti i giorni; ,ma non tutti amano questo progresso tecnologico. Ci sono persone più riservate che non amano veder pubblicate loro foto senza permesso o essere inseriti in gruppi WhatsApp senza che gli sia chiesto il permesso di divulgare il loro numero di telefono. Questi non sono solo comportamenti maleducati, ma veri e propri illeciti penali e se qualcuno vi si oppone ha diritto di farlo. Esiste il diritto di tutela della privacy che occorre sempre tener presente prima di diffondere indormazioni e dati altrui. 

 Nonostante questo pesso capita di vedersi inseriti in gruppi WhatsApp senza sapere chi ci ha inseriti, come tutelarsi da questi comportamenti inopportuni? 

La norma che vieta l'inserimento di una persona in un gruppo WhatsApp senza il suo conenso è l'art. 167, capo II - Illeciti penali - intitolato "Trattamento illecito di dati" del Dlgs n. 196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali" che così dispone:

  • "1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per se' o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 18, 19, 23, 123, 126 e 130, ovvero in applicazione dell'articolo 129, e' punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da sei a diciotto mesi o, se il fatto consiste nella comunicazione o diffusione, con la reclusione da sei a ventiquattro mesi.
  • 2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per se' o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 17, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 25, 26, 27 e 45, e' punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni."
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E' quindi evidente che inserire una persona in un numero whatsApp senza il suo consenso è considerato una forma di comunicazione o rilasico del dato illecito, quindi penalmente perseguibile.Si tratta di un gesto parificato alla forma di comunicazione o diffusione di un dato (numero di telefono), un illecito personalmente perseguibile. 

Con il diffondersi delle nuove tecnologie altri dati hanno assunto ruoli importanti e significativi,  come ad esempio la geolocalizzaione che fornisce dati importanti sui luoghi frequentati e gli spostamenti.  Questa è una interpretazione che condivide anche la Corte di Cassazione (sentenza n. 21839/11 del 01.06.2018) che ha stabilito come tutti i dati personali siano protetti dalla privacy. Quindi se qualcuno non vuole rendere pubblico il suo numero di telefono  (poco importa se fisso o di cellulare) può rivalersi contro chiunque lo diffonda senza il suo consenso preventivo. 

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