Alle elezioni che decreteranno la formazione del parlamento catalano, il blocco dei costituzionalisti (composto da Pp, Psoe e Ciudadanos) è appaiato con quello indipendentista (PdeCat, Erc e Cup). Entrambi otterrebbero il 46% dei consensi. Lo afferma un sondaggio di Metroscopia pubblicato da El País. Le intenzioni di voto sono state registrate tra il 20 e il 22 novembre, a un mese esatto dalle urne, previste per il 21 dicembre.
La crescita dei costituzionalisti
Si profila quindi un parlamento frammentato e un grande equilibrio tra i partiti sostenitori, pur con tutte le differenze del caso, dell'applicazione dell'articolo 155 e quelli che spingono per l'indipendenza della Catalogna. Rispetto alle elezioni del 2015, i partiti costituzionalisti recupererebbero terreno: nel complesso, due anni fa si erano fermati al 39,1%, lasciando il 47,7% ai partiti indipendentisti, coalizzatisi allora nella formazione trasversale "Junts pel Sì", a cui si affiancò la Cup. A trainare il cambiamento sarebbe soprattutto Ciudadanos, che da sempre ha adottato una linea dura contro l'indipendentismo e che si imporrebbe come principale forza d'opposizione grazie al 25,3% dei voti e a 35 deputati. Bene anche i socialisti catalani: Il leader Miquel Iceta, da più parti segnalato come mediatore per la crisi, potrebbe convogliare il 14,9% dei voti, che garantirebbero 19 deputati (due anni fa erano stati 16). Tra i costituzionalisti arretrerebbe invece il Partito Popolare del premier Mariano Rajoy, guidato in Catalogna da Xavier García Albiol: secondo il sondaggio il Pp avrebbe il 5,8% delle preferenze e sei deputati (cinque in meno rispetto al 2015), pagando probabilmente l'impopolarità delle misure del governo centrale.