La Formula 1 ha perso uno dei suoi campioni più grandi. Niki Lauda, 3 volte iridato, si è spento pacificamente in una clinica svizzera circondato dall'affetto dei suoi cari.
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Si è spento a soli 70 anni, Niki Lauda, una leggenda della Formula 1, questo il comunicato con cui la famiglia su The Sun ha dato la notizia al mondo:
"Con profonda tristezza, annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia lunedì scorso. I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili, come il suo instancabile entusiasmo per l'azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà."
E' considerato uno dei migliori piloti di sempre. Ha corso 171 Gran Premi vincendone 25. Campione del mondo di Formula 1 ( nel 1975 e nel 1977 con la Ferrari e nel 1984 conla McLaren). Da imprenditore ha fondato e diretto due compagnie aeree, la Laura Air e la Niki; in qualità di dirigente sportivo, dopo avere diretto per due stagioni la Jaguar, dal 2012 era presidente non esecutivo della scuderia Mercedes AMG F1.
Durante la sua carriera da driver di formula 1 ha guidato sempre ai massimi livelli passando per March, BRM, Ferrari, Brabham e, infine, McLaren. Considerato uno dei migliori piloti della storia, era soprannominato "il computer" a causa della sua capacità di individuare tutti i difetti, anche i più piccoli, della vettura che guidava e per la meticolosità con cui metteva a punto il proprio mezzo. Si mostrava sempre molto freddo caratterialmente, in apparenza poco emotivo per chi lo osservava; ma molto efficace, a conti fatti, sulla pista dove serviva.
Nel 1976 ebbe un incidente violentissimo in cui la sua monoposto prese fuoco, venne salvato per miracolo ma il suo volto restò sfigurato per sempre; ma non se ne fece mai una croce. Anzi soleva affermare che preferiva un buon fondoschiena a un bel viso perchè le vetture si guidavano principalmente "con il sedere" . Si riprese in fretta, grazie anche al sostegno dell'amico Regazzoni: "Il gusto della vita – dirà - l'ho imparato proprio da Clay, e dopo il mio incidente il suo insegnamento è stato ancora più prezioso. Perché se c'era un talento di Clay superiore agli altri questo era il suo pensare positivo". Dopo appena 42 giorni dall'incidente il campione austriaco tornò al volante e arrivò quarto al Gran Premio di Monza.
Lo scorso mese di gennaio era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'Akh di Vienna, a causa di un'influenza che lo aveva colpito durante le vacanze di Natale mentre si trovava nella sua casa di Ibiza. Il suo sistema immunitario era ancora molto debole per il trapianto di polmone a cui era stato sottoposto nell'agosto dello scorso anno.
Da pochi giorni era stato ricoverato presso una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni, sottoponendosi ad un trattamento di dialisi resosi necessario per migliorare le proprie condizioni; la notte tra il 19 e il 20 maggio a seguito di un ulteriore peggioramento si è spento serenamente circondato dall'affetto dei suoi cari.