La recensione di Bumblebee, il film ispirato ai giocattoli Hasbro che segna un cambio di rotta per la saga dei Trasformers grazie alla nuova regia di Travis Knight.
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La storia del film è ambientata diverso tempo prima del capitolo originale, esattamente nel 1987: su Cybertron sta imperversando un'accesa guerra tra Autobot e Decepticon. I ribelli guidati da Optimus Prime sembrano avere la peggio sotto i colpi dei nemici, prima che sia ordinata loro la ritirata Bumblebee viene lanciato sulla Terra con il compito di salvaguardare il pianeta.
Il nostro protagonista trova quindi rifugio sulla Terra, più esattamente in una discarica in una piccola città balneare della california. In quel luogo vive Charlie, a cui presta il suo volto l'attrice Hailee Steinfeld. Si tratta di una ragazza un po' ribelle, il classico maschiaccio, che sta vivendo un momento particolare: da poco ha perso il padre e la madre si è già rifatta una vita e lei, anche per via del suo carattere non proprio accomodante, non riesce a comunicare con questa nuova famiglia.Lei sta vivendo una grande passione per i motori proprio come unica congiunzione col padre che non c'è più. Charlie è quindi un personaggio complesso, che l'attrice tratteggia con cura nella sua interpretazione: riesce infatti a dare un perfetto equilibrio tra gli aspetti più spigolosi del suo carattere e la dolcezza che frena come forma di autodifesa.
Grazie a questa sua passione per i motori Charlie entra in contatto con un rudere di Maggiolone giallo in cui si nasconde Bumblebee, smemorato dopo l'ultima lotta con un Decepticon e con l'esercito. Inizia in questo modo una storia d'amicizia sempre più profonda tra di loro: la ragazza che nessuno capisce e Bumblebee che può parlare solo grazie a trasmissioni radiofoniche. Ci sono momenti comici e intensi in cui vediamo quasi un rapporto padre-figlia tra i due (vedendo il film capirete perchè dico questo); un equilibro che durerà fino che la minaccia dallo spazio e l'umanità non li metteranno in pericolo.
Non c'è chissà che novità nel film di Travis Knight, che saggiamente non corre molti rischi nell'andare a cercare le scene ricche d'azione e distruzione di Micheal Bay. Nonostante questo la storia che racconta, grazie al suo passato nel campo dell'animazione, funziona in modo più che perfetto.
L'azione vera e propria in Bumblebee è presente in una sana dose nel prologo, dove vediamo la caduta di Cybertron e ci vengono mostrati una serie di Trasformers Storici tanto amati dai fan, ma dopo il film si concentra su Bumblebee.
Gli autobot che sono in scena sono sempre molto pochi; ma a quelli presenti viene infuso calore e anima. Cosa che è particolarmente evidente nel lavoro fatto su Bumblebee: l'espressività dell'autobot e la cura maniacale profusa nei più piccoli dettagli che lo caratterizzano rendono impossibile non amarlo. Difficilmente non entrerete in empatia con lui e Charlie guardando la storia raccontata da Travis Knight; la nuova umanità data al rapporto tra l'umano e la specie aliena fornisce nuova linfa vitale al franchise di cui c'era proprio bisogno.
Se vi consigliamo la visione? Assolutamente si.