Si è spento all'età di 80 anni il disegnatore giapponese Keichiro Kimura, autore di alcuni dei cartoni iconici degli anni '80

Keiichiro Kimura col suo ingegno ha fatto sognare ragazzi e non più ragazzi in ogni parte del mondo. A lui si deve l'animazione e la creazione di alcuni dei cartoni più famosi degli anni 80 che hanno accompagnato un'intera generazione verso l'età adulta. 

Si è spento per colpa di un infarto venerdì scorso 19 ottobre, la notizia è stata comunicata dal figlio ieri sul suo profilo Twitter. "Mio padre vivrà per sempre nella mia anima" è parte del commosso saluto che suo figlio,Takahiro Kimura, noto disegnatore che ha diretto ed editato  più di 2000 fotogrammi realizzati da suo padre a mano, ha fatto dedicato al genitore.

Viene ricordato con affetto da chi aspettava con ansia i nuovi episodi delle sue creature, tra cui ricordiamo: "Mimì e la nazionale di pallavolo", "Trider G7", "Sam ragazzo del West", "Sally la maga" ma è stato "L'uomo tigre" il lottatore di tana delle tigri che lo ha portato al successo. 

Nato a Tokyo nel 1938 scoprì la sua passione per il disegno giovanissimo, era per lui un modo per uscire di casa ed arrivare in mondi lontani e fantasiosi. Fatto l'esame all'istituto d'arte entra a far parte della Toei Animation rispondendo ad un semplice annuncio sul giornale. Si è fatto le ossa dedicandosi alla realizzazione di alcuni lungometraggi animati e programmi per la televisione e progetti tratti da anime come L'Uomo Tigre ideato da Ikki Kaijawara. Era il 1969 e da quell'anno il suo stile è sempre stato associato all'espressività e alla spettacolarità di chi ha voglia di spingersi oltre. I gesti, le azioni e i tratti che le animano sono resi in modo che ne siano esasperati volutamente i tratti allo scopo di renderli più espressivi possibile. 

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​Una curiosità? Disse ai suoi animatori di ''immaginare il ring grande quanto un campo da calcio'': ecco il perché delle lunghe corse prima di ogni colpo dell'uomo tigre.