Una falla di Google+ scoperta nel mese di Marzo avrebbe messo a rischio per anni i dati privati degli account di 500mila utenti; la società però non ha deciso di rivelarlo dopo aver verificato che i dati non sarebbero stati sottratti. A diffondere la notizia è stato il Wall Street Journal.
Rimani aggiornato seguici su Telegram
Dopo Facebook è la volta di Google di finire al centro di uno scandalo per non aver saputo tutelare i dati dei suoi utenti. Il Wall Street Journal ha denunciato che i dati privati (nome, cognome, email, data di nascita, residenza, occupazione etc) di centinaia di utenti di Google+, sono stati potenzialmente lasciati esposti a terze parti. Google avrebbe deciso la scorsa primavera di non comunicare l'incidente temendo danni alla sua reputazione e soprattutto temendo di attirare l'attenzione delle autorità.
La società ha precisato che i profili potenzialmente esposti ad intrusioni sono stati 500mila. Tutto sarebbe stato originato da un problema col software che avrebbe dato la possibilità, ad eventuali sviluppatori esterni, di avere il potenziale accesso ai dati dei profili su Google+ fra il 2015 e il marzo 2018, periodo in cui gli investigatori interni della società avrebbero scoperto e risolto il problema.
Secondo quanto riferito da Google i dati esposti al furto di terzi erano quasi tutte informazioni facoltative, che la maggior parte degli utenti già condivide. La società ha poi precisato che non è al corrente di alcuno sviluppatore esterno che si sia mai accorto del problema. L'azienda è in calo in Borsa, dove ha perso 1,37% in seguito alle indiscrezioni del Wall Street Journal.