Johnny Blaze si è allontanato da tutto e da tutti, nel tentativo di tenere a bada il Rider dentro di lui.

Ma quando la vita di un bambino e il destino del mondo sono in pericolo, l’insolito prete Moreau lo stana e lo convince a tornare in azione: se riuscirà a salvare il piccolo Danny, Johnny sarà libero dal demone che lo possiede. Blaze accetta, per scoprire che Danny è stato rapito da una banda di sicari al soldo di Roarke, il diavolo con cui aveva stretto un patto: perché Danny è figlio del diavolo e Roarke lo vuole per usare il suo corpo e vincere i limiti terreni al suo potere impostigli dal suo.  Blaze dovrà far squadra con Moreau e con la bella Nadja, madre del bambino, per evitare che ciò accada. 
Il film di Neveldine/Taylor, con tutti i suoi limiti, è espressione significativa e non necessariamente disdicevole di quello che è o può essere, oggi, il B-movie commerciale. 
Rispetto alla radicalità dei due CrankNeveldine/Taylor possono apparire quasi sottotono, ma loro ironia di grana grossissima e becera la loro adrenalinica e sorridente spensieratezza deflagrano comunque senza troppi freni inibitori.  Ghost Rider – Spirito di vendetta è un film intimamente metal. È sciocco e decerebrato, ma sorride sincero allo spettatore e al mondo e non fa male a nessuno, perché è intimamente buono e soprattutto non dannoso.

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